mercoledì 13 febbraio 2019

Ornella Muti ed Enrico Guarnieri in una commedia storica






Vitaliano Brancati è deceduto nel 1954. La Governante è andata in scena per la prima volta a Parigi nel 1963. Per poterla presentare in Italia, la moglie di Vitaliano Brancati, ha dovuto aspettare l’abolizione della censura. Il debutto italiano è avvenuto il 22 gennaio 1965, protagonista la stessa moglie, Anna Proclemer, e un grande Gianrico Tedeschi nel ruolo di Platania. La regia era di Giuseppe Patroni Griffi, già noto drammaturgo, alla sua prima prova come regista.


La vicenda de La Governante, è imperniata su Caterina Leher, governante francese assunta in casa Platania, famiglia siciliana e borghese trapiantata a Roma il cui patriarca, Leopoldo, ha sacrificato la vita di una figlia, morta suicida, ai pregiudizi della sua morale. Caterina è calvinista e viene considerata da tutti un modello d’integrità. Vive perciò segretamente la propria omosessualità, una “colpa” cui si aggiunge quella di aver attribuito a una giovane cameriera dei Platania le proprie tendenze, causandone il licenziamento. Caterina si sente responsabile della morte della ragazza, coinvolta in un incidente mentre tornava al Sud. Un peccato che la governante deciderà di espiare con il suicidio.
La commedia scritta nel 1952 è stata subito censurata. La scusa era quella del tema – allora molto scottante – dell’omosessualità, anche se Vitaliano Brancati sosteneva che “La sostanza della vicenda è più la calunnia che l’amore fra le due donne”. Ma sullo sfondo di un complesso discorso sull’etica e sulla responsabilità individuale, il testo è pieno di accenti polemici contro l’ipocrisia dei benpensanti cattolici, il filocomunismo borghese, i principi della Sicilia baronale e contro la censura stessa.

Quest'anno lo spettacolo viene riportato in scena con la regia di Guglielmo Ferro, con protagonisti Enrico Guarnieri e Ornella Muti (nel ruolo di Caterina), mentre Nadia De Luca interpreta il ruolo della governante.

Uno spettacolo che a tratti può sembrare drammatico, con un filo di comicità usato per spezzare il ritmo. Il dialetto siciliano viene usato spesso, sopratutto dal protagonista.
Per Ornella Muti questo ruolo sembra proprio scritto apposta per lei e riesce a darle un'impronta saggia al personaggio che in alcuni momenti si scatena la drammaticità.
I personaggi di contorno, interpretati da Rosario Marco Amato, Caterina Milicchio, Turi Giordano e Rosario Minardi in Bonivaglia, sono molto funzionali e rendono lo spettacolo completo di tutto.

Una commedia drammatica travolgente, con un finale a sorpresa e con all'interno molti temi delicati e importanti nella società di oggi.



Juri Moretti


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